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La barriera corallina

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La bavosa occhiuta testi e foto di Gianni Neto

I Blennidi sono quei simpatici pesciolini che comunemente chiamiamo Bavose, tipici della fascia di marea o, al massimo, dei primissimi metri di profondita'.
La maggior parte di essi vive quasi esclusivamente negli ambienti rocciosi, sia naturali, sia artificiali. La famiglia dei Blennidi è costituita da molte specie; in Mediterraneo ne troviamo diverse, molte delle quali sfoggiano, specialmente nel periodo riproduttivo, livree coloratissime.
Sono pesci che non raggiungono grandi dimensioni, la media è sui cinque-sei centimetri, alcune specie restano nettamente al di sotto della media, mentre altre la superano abbondantemente.
Blennius ocellaris
Un Blennide poco, o per nulla noto ai più, è la Bavosa occhiuta, il Blennius ocellaris. E' un pesce che frequenta gli ambienti sabbiosi e fangosi da dieci fino ad oltre cento metri di profondità . Questa caratteristica, unita alle abitudini prettamente notturne, ne fanno una specie poco conosciuta, della cui biologia non si sa molto. B. ocellaris ha un corpo alto, compresso lateralmente, la bocca ampia e armata di numerosi piccoli denti. Sulla testa si trovano due tentacoli sopraorbitali ramificati, appendici comuni in molte specie di Blennidi; il colore del corpo è molto variabile e può andare dal nerobluastro al grigio-verde, dal giallo pallido al grigio-rossiccio.
Sono inoltre presenti delle fasce verticali di colore bruno e, sul capo, numerose piccole macchioline scure.
Ma la caratteristica costante della specie, da cui deriva il nome comune, è una grossa macchia circolare di colore blu-nero bordata di bianco, situata tra il quinto e l'ottavo raggio della pinna dorsale. Il maschio raggiunge dimensioni maggiori della femmina e può arrivare a venti centimetri; le dimensioni, assieme ad alcune macchie biancastre presenti sulla testa dei maschi, sono l'unica differenza visibile fra i due sessi.
Nel periodo della riproduzione, le uova vengono deposte in qualsiasi posto venga ritenuto idoneo allo scopo, come un vecchio tegame gettato in mare, una bottiglia vuota, un tubo, un mattone forato, o, più semplicemente, le valve di una Pinna nobilis morta. Le uova restano sotto la stretta sorveglianza di entrambi i genitori che non esitano ad attaccare, rizzando la maestosa pinna dorsale, qualsiasi intruso, uomo compreso.
Tutte le immagini che vedete sono state realizzate in Calabria, su fondali sabbiosi o misti sabbia/ciotoli, e di notte, momento migliore per avvicinare questi pesci.

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