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La Calappa granulata di Fabio Crocetta

E' l'unico rappresentante nelle acque italiane della famiglia Calappidae, ed è comunemente conosciuta con i più disparati nomi, tra cui ricordiamo calappa, granchio melograno, granchio vergognoso, granchio gallo e granchio reale.
Calappa granulata
I nomi succitati si ritrovano con le dovute accezioni linguistiche anche negli altri Stati dove tale brachiuro è presente. La livrea globale del corpo è generalmente poco variabile. Il carapace, infatti, così come i chelipedi, ha di solito un colore di base che va dal rosa a diverse tonalità di arancione con numerosissime macchie brunorossastre di svariata grandezza (di solito risultano essere più grandi quelle al centro del carapace, mentre la loro dimensione tende a diminuire ai lati) localizzate nella maggior parte dei casi in corrispondenza di piccole protuberanze.
I pereiopodi, invece, hanno colore giallo canarino con dattili marroncino-neri. Le antenne sono in genere arancioni, i peduncoli oculari abbastanza corti e tozzi di colore biancastro-arancione e la cornea è verdastra. Gli occhi possono rientrare in cavità predisposte.
E' presente anche peluria molto scarsa di colore giallo fieno. Il lato inferiore ha di solito colore bianco-giallastro ed è feltroso.
Per quanto riguarda la morfologia, va detto che tale granchio ha un aspetto così caratteristico da non poter in alcun modo essere confuso con alcun'altra specie. Il carapace è convesso, gibboso, più largo che lungo e con superficie irregolare per la presenza di solchi e tubercoli. Anteriormente è alquanto rotondeggiante con due denti situati nello spazio frontale, mentre posteriormente è rettilineo. I bordi laterali e posteriori appaiono provvisti di denti lateralmente poco prominenti e smussati, mentre nella parte posteriore acuti e appuntiti. Le chele sono molto sviluppate, robuste ed estremamente appiattite verso la parte interna in modo da poter essere con facilità chiuse a contatto con la parte anteriore del carapace.

Sono pressappoco della stessa dimensione, con la destra lievemente più grande della sinistra. Il dattilo, triangolare, presenta una sorta di cresta dentellata, caratteristica propria anche del propodio dei chelipedi, dove è molto evidente nel margine superiore con 6-8 denti. I pereiopodi sono lisci e molto sottili, quasi in contrasto con il resto del corpo.
E' presente dimorfismo sessuale, con i segmenti addominali 3º, 4º e 5º saldati nel maschio e liberi nella femmina.
L'addome è ridotto, articolato ed inserito sotto al cefalotorace. E' di solito ovigero da giugno ad ottobre e le uova sono di colore giallo. Si tratta di una specie presente in tutte le nostre acque, ma non è mai eccessivamente comune.
Vive a profondità comprese tra i 10 ed i 400 mt., pur preferendo la fascia dai 30 ai 150 mt. Vive infossato in fondali sabbiosi o fangosi detritici, dove trascorre la maggior parte del tempo lasciando sporgere all'esterno solo gli occhi, caratteristica che lo rende un soggetto di difficile individuazione.
E' un organismo carnivoro, predatore attivo, e si nutre soprattutto di molluschi gasteropodi i cui gusci frantuma facilmente grazie alle sue poderose chele. E' un organismo che si adatta senza problemi alla vita in acquario, sebbene necessiti di uno strato sabbioso di almeno 10-15 cm e di temperature inferiori ai 20º C. In cattività, inoltre, accetta volentieri qualsiasi cibo di origine animale marina, fresco o congelato.
E' un organismo che sia in posizione di riposo che in caso di disturbo chiude con prontezza le chele in modo da coprire la zona dell'apparato boccale. Proprio per questa caratteristica è stato definito Granchio vergognoso o, in caso di specie simili, Granchio scatola.
Il nome di Granchio melograno, invece, lo si deve alla forma ed alla superficie granulosa del carapace che ricordano, appunto, una melagrana.
Nonostante lo strano aspetto esteriore e le dimensioni abbastanza elevate è un granchio che si muove con una certa agilità sui diversi fondali. Raggiunge dimensioni rilevanti, con il cefalotorace che arriva agli 8 cm di lunghezza ed i 10-11 di larghezza.
Studi di Boletzky e Hanlon riportano che tale granchio è particolarmente predato da uno stretto parente del suo cibo preferito, il mollusco cefalopode Octopus vulgaris.
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