Un' elenco di termini ordinati alfabeticamente per conoscere meglio il significato di alcune parole o semplicemente il nome comune di un pesce, una conchiglia, etc.
Come visto nella pagina dedicata agli ambienti marini una prima, generale, classificazione degli habitat marini, è basata sulla profondità alla quale essi si trovano. Avremo così una zona intertidale, o mesolitorale, la cui profondità è compresa nel limite di variazione tra la più alta e la più bassa escursione della marea.
La zona subtidale ovvero la platea continentale, include tutti gli habitat dei fondali marini e delle acque aperte comprese tra la zona di alta marea e la base della piattaforma continentale.
Essa è anche detta zona neritica. La zona di mare aperto che parte dal termine della piattaforma include una serie di habitat oceanici o pelagici: la zona epipelagica comprende le acque dalla superficie fino a 200 m di profondità, la zona mesopelagica arriva fino a 1000m di profondità, la zona batipelagica varia tra i 1000 e 4000 mt di profondità e la zona abissopelagica varia tra 4000 e 6000 mt di profondità.
I fondali sono analogamente classificati in batiale e abissale. L'ambiente adale include gli habitat delle acque e dei fondali al di sotto dei 6000 mt di profondità.
Ma, sebbene le classificazioni e le distinzioni nell'ambiente marino presentino molti limiti ed eccezioni come visto sopra,
tutti gli organismi marini appartengono ad una delle tre seguenti categorie: Plancton, Benthos e Necton.
Con il termine plancton si indica l'insieme degli organismi che vivono in sospensione nel mezzo acqueo incapaci di vincere, con movimenti propri, i moti del mare (correnti, onde, ecc.) e che pertanto vengono da questi trasportati passivamente. Questo non significa però, come vedremo in seguito, che tutti gli organismi del plancton non sono in grado di eseguire, su piccola o media scala,
movimenti di locomozione o spostamenti verticali nella colonna d'acqua.
Gli organismi del plancton si distinguono da quelli dotati di movimenti propri, in grado di opporsi e
vincere i movimenti dell'acqua e che vivono in acqua libera (gli organismi del necton) da quelli
invece che vivono in contatto con il fondo (gli organismi del benthos). All'interno del plancton si distinguono, tradizionalmente, gli organismi del fitoplancton e quello dello zooplancton.
Il fitoplancton è composto da organismi a metabolismo autotrofo, protisti e vegetali, generalmente unicellulari o
catene di cellule, dotati o meno di organi locomotori quali flagelli. Il loro movimento nell'acqua è completamente controllato dalla circolazione delle acque e dalla densità dell'organismo stesso.
La maggior parte dei vegetali marini è rappresentata proprio da questi organismi unicellulari o coloniali microscopici e, analogamente all'ambiente terrestre, anche nell'ambiente marino la vita dipende dalla fotosintesi da essi effettuata. La fotosintesi è, in estrema sintesi, il processo che utilizza l'energia del sole per trasformare il biossido di carbonio in carboidrati, con liberazione di ossigeno. La fotosintesi è compiuta dagli organismi autotrofi. I carboidrati e l'ossigeno prodotti sono utilizzati per le funzioni vitali dei vegetali (accrescimento, riproduzione). Gli organismi che non sono in grado di utilizzare l'energia del sole e che ottengono la loro energia consumando organismi sia autotrofi che no, sono detti eterotrofi.
I gruppi principali che costituiscono il fitoplancton sono Diatomee, Dinoflagellati, Coccolitoforidi,
Crisoficee, Cianoficee.
Le Diatomee, spesso dominanti in acque superficiali temperate e alle alte latitudini, sono unicellulari e le loro dimensioni variano da 2 a 1000 µm. Hanno scheletro esterno (frustule) di silice, composto da due valve, alcune formano catene. Con la caduta delle frustule sul fondo danno origine ai fanghi a Diatomee.
I Dinoflagellati sono principalmente unicellulari, mobili, con due flagelli a frusta utilizzati per la propulsione in acqua. Possono essere autotrofi, eterotrofi, parassiti o simbionti (con zooxantelle). Spesso sono responsabili di vere e proprie esplosioni nel numero di individui di una o due specie (blooms).
I Coccolitoforidi sono piccole alghe unicellulari (< 20 µm) dotate di placche esterne calcaree. Sono abbondanti nelle luminose acque tropicali; si accumulano nei sedimenti e danno origine a marmi.
Le Silicoflagellate hanno uno scheletro interno di spicole silicee e dimensioni di 10-250 µm. Sono
abbondanti nelle acque piu fredde.
Le Cianoficee sono alghe blu-verdi, frequentemente coloniali, filamentose.
Gli organismi dello zooplancton hanno metabolismo eterotrofo, variano da semplici organismi
unicellulari alle larve di pesci, sono capaci di piccoli movimenti, ma sono le correnti marine e le
turbolenze dell'acqua a determinarne i principali movimenti.
Alcuni organismi del plancton non rientrano però in nessuna di queste due classificazioni: alcuni protisti e batteri per esempio, possono essere fotosintetici, altri protisti e batteri possono essere eterotrofi. Questi organismi erano chiamati
mixoplancton.
Le classificazioni più recenti dello zooplancton utilizzano criteri funzionali, dimensionali (includendo così organismi appartenenti a gruppi sistematici diversi) e strutturali (con una classificazione di tipo tassonomica).
Una prima classificazione può essere così fatta in base alla sua distribuzione spaziale, in un plancton che predilige le acque costiere (plancton neritico) o le acque del largo (plancton pelagico), anche se le correnti e altri movimenti del mare possono alterare tale modello.
In base alla profondità che esso occupa nella colonna d'acqua, il plancton può essere ulteriormente diviso in pleuston (animali che abitano la superficie del mare, il loro trasporto è determinato principalmente dal vento), neuston (specie che vivono subito al di sotto della superficie, entro i primi mm di profondità), epipelagico (specie che vivono nella zona tra la superficie e i 200 m di profondità) e mesopelagico (al di sotto dei 200 m e fino a 1000 m, dove vivono forme molto particolari di plancton.
Oltre questa profondità ritroviamo gli organismi del plancton profondo, della zona batipelagica (fino a 3000-4000 m), della abissopelagica (fino a 6000 m) e della adopelagica.
Le correnti profonde e le onde possono anche trasferire organismi generalmente bentonici per le loro funzioni trofiche (anfipodi, isopodi, misidacei) nella colonna d'acqua; essi sono chiamati picoplancton.
Da un punto di vista funzionale, gli organismi dello zooplancton possono essere distinti in quattro grandi gruppi in base alle loro funzioni trofiche:
un primo gruppo è costituito dagli erbivori (in genere crostacei ed in particolare copepodi ed eufausiacei), organismi che si nutrono prevalentemente di fitoplancton;
un secondo gruppo è costituito dai carnivori, che si nutrono principalmente di altri organismi dello zooplancton;
un terzo gruppo è costituito dai detritivori, che si nutrono principalmente su materiale organico morto (detrito);
un quarto gruppo è costituito dagli onnivori, specie che si nutrono su una dieta mista di vegetali, animali e detrito.