Un' elenco di termini ordinati alfabeticamente per conoscere meglio il significato di alcune parole o semplicemente il nome comune di un pesce, una conchiglia, etc.
Le alghe simbionti vivono sopratutto con protozoi, spugne, celenterati: la distribuzione con i tre pyila più bassi di invertebrati suggerisce che l'evoluzione di queste associazioni sia stata favorita da un basso livello di differenziamento e coordinazione degli ospiti pluricellulari in cui era più facile stabilirsi senza disturbarne l'organizzazione. E' molto probabile che tali associazioni siano mutuamente benefiche, poichè ogni associazione tra un produttore primario autotrofo e un eterotrofo offre una scorciatoia nel ciclo alimentare. Le alghe oltre che ad essere protette, possono ottenere sostanze nutritizie (fosfati, nitrati, anidride carbonica) dall'animale, mentre quest'ultimo può ottenere ossigeno e prodotti metabolici dalla fotosintesi dell'alga: pare accertato anche che le alghe simbionti possano influenzare notevolmente la deposizione di Calcio e altre attività fisiologiche dei coralli mentre l'uso dei prodotti di rifiuto dell'animale (CO², ammoniaca e altri cataboliti) siano essenziali alle zooxantelle.
Per molto tempo si è pensato che, in assenza di cibo animale, i polipi dei coralli potessero digerire direttamente le alghe usandole come fonte di cibo, ma i ricercatori Yonge e Nicholls hanno dimostrato che, almeno nelle loro condizioni sperimentali, i coralli non sono in grado di digerire le zooxantelle poichè non dispongono degli enzimi digestivi necessari a metabolizzare i carboidrati. I coralli coloniali sono quindi carnivori specializzati che probabilmente debbono la loro eccezionale capacità proliferativa ad un'aumentata efficienza metabolica resa possibile proprio dalla capacità che le zooxantelle hanno di assimilare molti prodotti di scarto del metabolismo dell'ospite. Comunque, molti altri fattori hanno un ruolo determinante nella velocità di calcificazione dei coralli contribuendo in maniera notevole al processo basale di mineralizzazione, ad esempio la fissazione fotosintetica dell'anidride carbonica da parte delle alghe con conseguente allontanamento dal corallo dell'acido carbonico influisce notevolmente sulla velocità di calcificazione così come l'assimilazione di fosfati impedisce che questi, tramite reazione chimica, trasformino l'Aragonite del corallo in calcite e conseguentemente sulla crescita del corallo stesso, l'assimilazione da parte dell'animale di aminoacidi, sostanze contenenti vitamine, composti proteici semplici, ecc..
La colorazione del corallo (immagine a sinistra) è dovuta a microscopiche alghe chiamate Zooxantelle, delle quali vediamo al centro un'immagine ingrandita al microscopio. Talvolta i coralli possono occasionalmente liberarsi delle Zooxantelle lasciando così scoperto il loro tessuto trasparente, attraverso il quale è possibile distinguere chiaramente il bianco scheletro (immagine a destra). Foto del Prof. Ove Guldberg, Centre of Marine Studies, University of Queensland.
Le Zooxantelle sono anche le "responsabili" delle diverse colorazioni dei coralli che le ospitano grazie ad un'elevata concentrazione di pigmenti, oltre alla clorofilla, carotinoidi che sono più efficaci sotto l'acqua dove la concentrazione di luce blu e verde è maggiore. La "miscela" di questi pigmenti dona al corallo, a seconda se è più o meno esposto alla luce solare, una diversa colorazione. In alcuni casi un'eccessiva esposizione alla luce può provocare un'intossicazione del corallo stesso a causa dell'eccessiva produzione di Ossigeno delle alghe simbionti (un'esempio: allevando in acquario degli actinodiscidi e nonostante un'ottima qualità dell'acqua -nitrati<10 mg/l, fosfati appena rilevabili, nitriti assenti- continuano a rimpicciolirsi molto probabilmente la causa è da ricercarsi in un'intensa illuminazione che causa un'eccessiva proliferazione di zooxantelle e inducono l'animale a "difendersi" diminuendo la sua superficie esposta e di conseguenza la quantità di alghe).
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